Umberto Chiariello, giornalista, commenta su Twitter la sentenza sul caso Juan Jesus-Acerbi:
"Il giudice non crede alla versione di Acerbi, e pure se avesse il convincimento che JJ abbia detto la verità, lui può condannare solo in presenza di prove concordanti che non ci sono e purtroppo non possono bastare le sole parole dell’offeso. Giuridicamente inappuntabile. Siamo nel classico caso di “dura lex, sed lex”. Senza prove non si può condannare, anche se paradossalmente il giudice ha un convincimento diverso. Quante volte il giudice dice “se potessi”, ma è obbligato - da tecnico del diritto - ad applicare la legge".